Ministero del Lavoro

Lettera aperta al Ministro del Lavoro.

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Giugno 2021

Preg.mo Ministro Andrea Orlando,

Il problema politico “Gestione Separata Inps vs Professionisti” deve essere risolto in modo definitivo.

I professionisti sono esclusi da GS Inps da una norma chiarissima che esiste dal 1995.

La Cassazione e la giurisprudenza di merito chiamata a decidere l’hanno applicata correttamente per anni.

La Corte di Cassazione in prima istanza, a far data dal dicembre 2017, ha deciso di disapplicare la norma “chiara nei suoi contenuti” e di applicare previsioni inesistenti, esautorando il Parlamento dal proprio potere legislativo.

  • Mentre il legislatore, grazie principalmente all’impegno dell’Onorevole Debora Serracchiani e di altri parlamentari con la Proposta di Legge n.1823 sta cercando di fare ulteriore chiarezza sul fatto che i professionisti iscritti a un albo con propria cassa non sono obbligati a essere iscritti alla GS, l’Inps non sente ragioni e invece reagisce a tale iniziativa aggredendo pesantemente i professionisti con avvisi di addebito.

Tali avvisi riguardano contributi relativi ad anni ampiamente prescritti, e ciò anche in base a recente e consolidato orientamento della stessa Cassazione.

Parallelamente a tutto ciò, abbiamo tuttavia Corti d’appello di riferimento – Milano e Ancona – che, mentre si appiattiscono sulle sentenze di Cassazione in ordine all’obbligo di iscrizione alla GS Inps, si ritengono però libere di discostarsi dalla Suprema Corte che è univoca in ordine alla intervenuta prescrizione del credito. Alcune Corti arrivano addirittura a condannare i professionisti a pagare spese legali e sanzioni esorbitanti, con un chiaro intento punitivo.

Alcune sentenze recenti di Corti di merito come la Corte di Appello di Palermo (sent. n. 271/19) e altre continuano però a discostarsi dalle pronunce della Suprema Corte e danno ragione ai professionisti. Addirittura il Tribunale di Catania con l’Ordinanza n. 313/2020 ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale, segno questo del forte e vivo dibattito nel tema in questione tra i magistrati.

Uno stato che consente ai giudici di disapplicare una legge approvata dal Parlamento e di sanzionare ingiustamente i cittadini sulla base di detta illegittima disapplicazione è un “uno stato alla deriva”. Tutto ciò per risanare le casse di Inps alla situazione odierna ma creando in realtà ulteriori deficit per le casse statali come ad esempio un minor introito di Irpef e maggiori oneri previdenziali in futuro.

Non vorremmo vederci costretti ad avere, come unica possibilità, quella di adire la Corte di Giustizia e la Corte Europea e far sanzionare lo Stato Italiano per l’iniquità che in questa vicenda sta dimostrando.

A questo punto è fondamentale che il Parlamento faccia valere il principio in base al quale è sua la prerogativa dell’interpretazione autentica di una norma e non della Corte di Cassazione.

In caso contrario verrebbe meno il principio della separazione dei poteri e ne deriverebbe uno sbilanciamento a favore di quello della magistratura, tale da farlo divenire uno strapotere della stessa.

Anche volendo vedere i fatti che ci riguardano sotto un mero aspetto di palese incertezza delle norme vigenti, noi di Inaredis riteniamo che spetti al governo risolvere per via normativa tale triste vicenda che si trascina ormai da troppi anni e che ha gettato nello sconforto un grandissimo numero di onesti professionisti in gran parte docenti, che tanto hanno dato per la crescita della cultura tecnica nel nostro Paese.

Chi ha pagato GS Inps, per sua scelta, prenderà la pensione e chi non ha pagato deve essere liberato da ogni onere, perché non ha commesso alcun illecito.

Alleghiamo, alla presente, una relazione descrittiva che definisce l’attuale situazione che ci vede coinvolti, nostro malgrado, in questo violento attacco ingiustificato alle nostre vite e alle nostre famiglie, considerando che molti colleghi si sono gravemente ammalati per quello che noi tutti riteniamo un gravissimo sopruso.

          Certi di poterci attendere la dovuta considerazione.

Con viva cordialità

          Il Direttivo Inaredis

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