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QUALE FUTURO PREVIDENZIALE PER I LIBERI PROFESSIONISTI NONCHE’ DIPENDENTI  (ANCHE PART TIME)?

Sintesi di quanto esposto in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati il 12 luglio 2012.
Premessa.
Questa è una  breve relazione tratta in parte da documenti che compaiono anche sulle due nostre pagine facebook  https://www.facebook.com/INPSBLOGhttps://www.facebook.com/previdenza Gli iscritti a tali pagine, alquanto frequentate anche da altri nella stessa situazione, richiedono oramai da un anno l’Istituzione della Gestione Separata Inarcassa. La presente nota si compone di quattro parti: la prima illustra la situazione attuale, la seconda la triste vicenda dell’iscrizione d’ufficio alla gsinps, la terza le proposte ed infine un appello alla dignità della doppia professione. Rappresenta una sintesi delle problematiche a cui sopravvivono i liberi professionisti dipendenti.

La situazione attuale.

In virtù dei principi contenuti nella L. 335/95, il professionista non dipendente, che esercita in modo esclusivo e continuativo la libera professione è soggetto esclusivamente ad una contribuzione previdenziale presso INARCASSA.

Se il professionista esercita in modo non esclusivo la libera professione e quindi è anche dipendente, ad esempio docente, il proprio datore di lavoro corrisponde all’Inpdap (ora super inps) i relativi contributi previdenziali.

L’art. 18, comma 12, del D.L. n. 98/2011, convertito in Legge 111/2011, interpretando autenticamente la disposizione dettata dall’art. 2.26 della legge n. 335 del 1995, prevede l’obbligo dell’iscrizione alla gestione separata per i soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo e il cui esercizio non sia subordinato all’iscrizione ad appositi albi professionali, ovvero le cui attività non sono soggette al versamento contributivo agli enti di diritto privato disciplinati dai decreti legislativi n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996. Lo stesso comma, all’ultimo periodo, fa salvi i versamenti effettuati antecedentemente al momento di entrata in vigore della disposizione di interpretazione autentica; nel precedente periodo, tiene ferma la disposizione che affida agli enti esponenziali a livello nazionale degli enti abilitati alla tenuta di albi od elenchi il compito di deliberare l’inclusione della categoria nella forma di previdenza obbligatoria prevista e disciplinata dall’art. 2.26 della L. 335/95.
L’ assoggettamento dei professionisti alla gestione separata INPS riguarda, i soli soggetti appartenenti a categorie per le quali non esistano forme autonome di previdenza obbligatoria con riferimento al modello delineato dal decreto legislativo.
Infatti, il comma 26 dell’art. 2 della legge n. 335/95, estende la tutela previdenziale a coloro che, per svolgere attività di lavoro autonomo senza essere iscritti ad alcun Ente, risultavano privi di ogni tutela previdenziale.

A seguito della Legge 111/2011, molte Casse private hanno adeguato il proprio statuto rendendo facoltativa ed opzionale la contribuzione alla G.S. INPS o alla Cassa afferente al proprio Albo Professionale (per esempio Avvocati, Medici ed Infermieri) nei termini dei 6 mesi indicati dalla legge hanno introdotto all’interno del proprio Statuto, l’istituzione di una propria Gestione Separata.
INARCASSA, che non prevede l’iscrizione alla cassa professionale dei professionisti titolari di altro rapporto previdenziale per l’esistenza di un contemporaneo rapporto di lavoro subordinato, non ha sino ad oggi proceduto alcuna valutazione, variazione o modifica dello Statuto.
Secondo la posizione di inarcassa è possibile raggruppare due tipologie di liberi professionisti:
Ingegnere-architetto (dipendente + professionista): un contributo integrativo pari al 4% dell’imponibile (a fondo perduto) e il 18% a gsinps per un totale del 22% (potendo usufruire solo dell’80% dei contributi versati ai fini pensionistici). In proiezione la gsinps prevede un prelievo del 24%, mantenendo il 4%integrativo;

Ingegnere-architetto libero professionista “puro”: un contributo integrativo pari al 4% dell’imponibile ed un contributo soggettivo pari all’11 % corrispondendo a Inarcassa un totale del 15% (e potendo usufruire del 100 % dei contributi versati ai fini pensionistici). In proiezione inarcassa porterà il soggettivo al 14,5% + 4% integrativo.

L’iscrizione d’ufficio e le sanzioni richieste dalla gsinps.

Lo scorso anno nel mese di giugno la gsinps ha inviato a molte figure professionali tramite raccomandata l’iscrizione d’ufficio (operazione Poseidone dio del mare e dei terremoti, sic!). Tale iscrizione conteneva la richiesta di pagamento dei contributi omessi anno 2005 maggiorati di sanzioni folli che superano l’80% dell’importo richiesto (vedi su ACTA articolo più visto con 41.800 utenti ad oggi – http://www.actainrete.it/ link http://www.actainrete.it/2011/07/gestione-separata-inps-quando-le-sanzioni-pesano-piu-del-non-versato/ ). Questo giugno è iniziato l’invio per l’anno 2006. La disperazione di tanti, troppi colleghi che si dovranno ipotecare o vendere la casa, chiudere lo studio, andare dagli strozzini e non so quale altra grave iniziativa per pagare quanto richiesto è palpabile in tutti i post a noi giunti. Ma come fa la gsinps in un quadro normativo così incerto e non ancora risolto a inviare simili richieste? Significa aver lavorato dal 2005 in perdita tutti gli anni sino ad oggi, significa indurre qualcuno preso da panico a gesti estremi. Il quadro normativo è estremamente farraginoso e si presta ad ambigue interpretazioni anche da parte della stessa inps. Ad esempio nella legge è indicato l’obbligo dell’iscrizione alla gestione separata per i soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo e il cui esercizio non sia subordinato all’iscrizione ad appositi albi professionali, ovvero le cui attività non sono soggette al versamento contributivo agli enti di diritto privato. Gli architetti e ingegneri dipendenti e liberi professionisti pagano l’inps come dipendenti e pagano il loro contributo (non è specificato se integrativo o soggettivo) alla cassa professionale e quindi assolvono l’obbligo contributivo.

Le proposte

Perchè il professionista che esercita in modo non esclusivo la libera professione dovrebbe rinunciare al 4%, ovvero dovrebbe accettare una contribuzione puramente solidaristica che non si riflette in alcun modo sull’entità delle prestazioni previdenziali spettanti? Si tenga inoltre presente, che per gli insegnanti che decidono di aderire al fondo complementare ESPERO (a cura ex inpdap), il datore di lavoro corrisponde una aliquota pari al 1% dei versamenti effettuati.
Perchè 218.637 “non iscritti alla Cassa” debbono contribuire forzatamente con 16.000.000 di euro (dati 2010 ora 35.000.000 con il contributo passato dal 2 al 4%) cifra pari ai costi di gestione di Inarcassa?
In riferimento all’univocità del trattamento previdenziale, in virtù della preclusione dettata all’art. 7.5 dello Statuto, nel caso del professionista che esercita in modo non esclusivo la libera professione, ma risulta anche dipendente a tempo determinato, si troverebbe a corrispondere i contributi soggettivi sia a inps che gsinps durante i periodi di assunzione. Mentre nei periodi temporali di attività “puramente” libero professionale a corrrispondere quota dei contributi soggettivi (commisurata ai mesi di iscrizione) ad inarcassa. In definitiva tale soggetto è sottoposto alla contribuzione soggettiva a tre enti previdenziali obbligatori.
In una GS inarcassa da istituire, del tutto autonoma rispetto alla cassa esistente, l’irruzione di nuovi iscritti sarebbe del tutto ininfluente, ed i calcoli “attuariali e finanziari” non sarebbero minimamente sconvolti, al contrario beneficerebbero di un minor costo di gestione perchè estesa a molti più iscritti (appunto 218.637). L’auspicata modifica statutaria, vedrebbe la concreta corresponsione del trattamento previdenziale a partire dal 2035/2040, poiché per godere della prestazione previdenziale, l’iscritto deve vantare almeno quaranta anni di anzianità, con tutta le possibilità connesse per migliorare i rendimenti delle prestazioni pensionistiche.
Poiché il calcolo del sistema contributivo, decorre compiutamente per gli iscritti ad Inarcassa a partire dal 1 gennaio 2014, ci si dovrebbe chiedere, se l’istituzione di una GS INARCASSA possa intaccare “un principio di equità di trattamento” nelle rendite da pensione degli iscritti vicini alla quiescenza, prestazioni che per il momento sono ancora determinate con il sistema di calcolo retributivo.
Non riusciamo ad avere una spiegazione ragionevole del motivo per cui una massa di denaro imponente come quella che tutti noi versiamo o dovremmo versare alla gsinps non venga invece, attraverso la istituzione di una Gestione Separata Inarcassa, utilizzata per mantenere in equilibrio ottimale le partite entrate/uscite e rimettere contemporaneamente in ordine un quadro di grave discriminazione nei nostri confronti. La Presidente di Inarcassa, Arch. Paola Muratorio ha affermato, che non è stato possibile adottare questa soluzione, pur essendo stata lei addirittura personalmente favorevole, per la prevalenza dei voti contrari all’ultimo Comitato Nazionale dei Delegati.

Ora, preso atto della successiva dichiarazione di una qualche disponibilità da parte di Inarcassa a riprendere in esame la questione, riteniamo ragionevole suggerire ad Inarcassa alcune modifiche da apportare al proprio Statuto, tenendo a riferimento i punti di seguito meglio esplicitati:

  1. applicazione del metodo contributivo (sistema a capitalizzazione) da subito per tutti;
  2. il patrimonio non si tocca (deve restare di proprietà inarcassa e non utilizzato per pagare le pensioni);
  3. estensione della cassa anche ad altri soggetti:
  4. istituzione di una gestione separata per i liberi professionisti dipendenti;
  5. istituzione di una sezione specifica per le società di ingegneria;
  6. separazione tra previdenza ed assistenza;
  7. istituzione di un fondo complementare e/o integrativo di categoria di tipo chiuso;
  8. controllo di gestione sui risultati e responsabilità personale in solido del CdA per le scelte economico-finanziarie eccessivamente rischiose (titoli tossici);

Infine si è concordato di creare un nostro sindacato che ci possa tutelare contro tutti gli attacchi in corso che ci vedono da un lato bastonati dall’inps, dall’altro aggrediti da una parte di colleghi che svolgono solo attività professionale, in questo momento di particolare crisi dovuta anche alla liberalizzazione delle tariffe applicate (con riduzioni del 60%).

La funzione docente del professionista veicolo di collegamento tra mondo produttivo e scuola.
Da quando mondo è mondo il passaggio delle conoscenze tra una generazione e l’altra è sempre avvenuto in passato con lo studio dei libri e le lezioni dei docenti. Ora si sono sviluppati nuovi sistemi, internet in primis rappresenta una enorme opportunità di conoscenza. Però tutte queste conoscenze devono essere filtrate da persone in grado di capire la realtà, anche professionale. Ad esempio quale migliore docente di architettura se non un serio professionista? O vogliamo spiegare alle nuove generazioni in modo astratto, visto sui libri e su internet? Anni fa i docenti universitari erano chiamati negli atenei per chiara fama professionale. Ora ci sono i concorsi e le raccomandazioni…. Le vere conoscenze si trasmettono con la pratica costante, con l’aggiornamento professionale continuo, con la passione per la propria professione sia libera sia di insegnamento. Il collegamento professionista-docente a nostro avviso andrebbe incentivato non proibito per legge come chiedono alcune sigle sindacali. Guardiamo cosa succede nel resto del mondo, dove per i propri docenti è richiesto un costante aggiornamento professionale.

Roma 12 luglio 2012                           arch. Nicola Busin e ing. Nunzio di Castelnuovo

 

Il giorno 12 luglio c.a. ha avuto corso una audizione parlamentare, anticipata con la risoluzione in Commissione Lavoro XI n. 7-00929, in cui sono state discusse tutte le nostre argomentazioni con ricerca di soluzione.

Colleghi presenti il giorno dell’udizione:

archh. Loredana Cavalieri, Antonello Ciancio e Stefano Cavinato di Roma;

arch. Nicola Busin di Vicenza;

ing. Nunzio di Castelnuovo di Chieti;

ing. Agostino Lertora di Genova.

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